Ho intervistato Andrea Panzeri e Matteo Meneghetti, due collaborative writers che hanno preso parte alla stesura del libro di Giuseppe Stigliano “Retail 4.0”.
Durante una bella conversazione hanno risposto alle mie domande e hanno delineato un bel quadro sulla direzione del retail oggi in Italia e su come sta variando il comportamento di acquisto dei consumatori.
Andrea e Matteo si sono conosciuti all’università e hanno condiviso prima il percorso di crescita formativo e in seguito anche professionale.
Attualmente lavorano per due importanti web agency e si occupano di strategie, comunicazione e marketing in ambito retail.
Come siete entrati in contatto con Giuseppe Stigliano?
Andrea: Durante il secondo anno di università abbiamo deciso di fare un corso facoltativo sul retail e il brand marketing tenuto dal professor Stigliano. Dopo aver fatto la tesi, siamo stati richiamati proprio per collaborare con il professore.
Qual è l’aspetto o l’esperienza che è presente oggi, ma che in futuro non ci sarà più?
Matteo: Uno dei temi più caldi riguarda l’automazione di quello che avviene all’interno del negozio, come ad esempio i negozi Amazon completamente automatizzati dalla tecnologia.
Molti brand stanno andando in questa direzione e si perderà un po’ il contatto umano.
Andrea: La tecnologia da sola serve a ben poco, deve essere uno strumento per un fine. Il rischio è quello di perdere il lato umano e non riguarda solo il personale di vendita.
Come sceglie un cliente nell’ambito retail?
Matteo: Siamo diventati un po’ schizofrenici per via della costante connessione con lo smartphone e cerchiamo di risolvere dubbi o perplessità rivolgendoci a Google o agli assistenti vocali.
Il percorso di acquisto si è frammentato in piccoli momenti e il modello di scelta è quindi più fluido. Non c’è più un flusso lineare e nel marketing è tutto più connesso e fluido.
Andrea: Oggi la complessità è talmente grande che diventa quasi impossibile creare un modello.
La cosa importante non è capire quale sarà il percorso che farà il consumatore, ma è intercettare i suoi bisogni e vedere se, rispetto ai punti di contatto che vengono proposti, il consumatore li sfrutta e come.
Matteo: All’interno di quello che è il punto vendita fisico, la decisione di acquisto subisce delle logiche differenti. Ricerca di sconti, prendere più prodotti possibili, scegliere prodotti di nicchia, comprare prodotti che non abbiano un impatto negativo sull’ambiente… All’interno di ognuno di noi ci sono diversi driver che devono essere colti dai negozianti.
Come può fare un negozio per ottenere dati utili?
Andrea: “Più dati ho e più riuscirò ad avere successo” non porta a molto in quanto la mole di dati va lavorata e processata, magari anche con la sensibilità umana.
Tantissimi dati potrebbero non portare a nulla se non vengono analizzati e filtrati correttamente.
Quale potrebbe essere una strategia da percorrere?
Matteo: Ci sono due strategie più menzionate, la prima riguarda l’utilizzo della tecnologia, mentre la seconda riguarda il modo con il quale sfidare il cambiamento.
L’uso della tecnologia non deve essere troppo avanzato, ma deve essere allineato al target di riferimento.
Andrea: Il secondo aspetto è quello di essere pronti per cambiare, infatti il cambiamento non aspetta, il mondo si innova e i consumatori chiedono sempre di più.
Bisogna quindi essere coraggiosi, che non significa fare qualcosa di complesso o straordinario, ma continuare a tentare e a riprovare nuove strade analizzando quanto fatto.